scritto da Counsilman-Hunsaker, partner SwimSwam.
Abbiamo sentito questa frase un milione di volte: “È una piscina veloce”. Ma che significa veramente? Ecco quattro elementi che possono aiutarci a capire di cosa si parla quando si parla di piscina veloce:
Profondità dell’acqua: la profondità potrebbe essere il fattore più essenziale nel rendere veloce una piscina. Due considerazioni quando si tratta di profondità di una vasca, considerazione scientifica e psicologica.
Parlando scientificamente più è profonda una piscina e più è veloce. In una piscina bassa le onde e i vortici rimbalzano o vengono “rotti” dal fondo quindi l’acqua è più turbolenta e le energie propulsive di vortici (nel caso della battuta di gambe a Delfino ad esempio) non sfruttate. La maggiore profondità attenua o annulla l’impatto delle onde e non interrompe i vortici.
Quindi perché non fare piscine profondissime? Da una parte per i costi che ciò comporterebbe, dall’altra i punti di riferimento (tipo il fondo con le piastrelle) aiutano psicologicamente a percepie la velocità di movimento e quindi la piscina come più “veloce”.
C’è un “punto di non ritorno” in cui oltre una certa profondità la velocità della piscina non aumenta più. Lo standard Olimpico di 3 metri è il miglior punto di compromesso/prestazioni. Tale profondità è sufficiente per annullare le turbolenze delle onde e lasciare intatti i vortici permettendo al nuotatore di percepire comunque la propria velocità.
Progettazione del bordo vasca: Anche il bordo gioca un ruolo nel ridurre le onde. Le onde sul perimetro della vasca non solo rimbalzano sul fondo ma anche lateralmente. I bordi con lo scolo a livello del suolo possono eliminare il rimbalzo dell’onda nelle corsie esterne.
L’ IUPUI Natatorium, conosciuta come una delle piscine più veloci del mondo, ha un bordo profondo circa 60 cm, questo garantisce un ottimo annullamento di correnti.
Lo standard Olimpico lascia vuote le due corsie laterali e utilizza solo le 8 centrali nelle competizioni. Negli impianti dove questo non è possibile di solito si lascia comunque uno spazio di X centimetri aggiungendo una corsia in modo da far nuotare staccati dal muro anche i nuotatori delle corsie più esterne.
Temperatura: come la profondità anche la temperatura gioca un ruolo nella velocità della piscina. Se l’acqua è troppo calda i nuotatori si surriscalderanno troppo durante la nuotata e la velocità ne risentirà. Per contro un acqua troppo fredda non permetterà ai muscoli di scaldarsi a sufficienza e di performare al massimo delle possibilità. Entrambe queste condizioni possono provocare anche crampi e diminuire la velocità.
La temperatura migliore è tra i 25 gradi e mezzo e i 26 gradi e mezzo. Molte piscine da riscaldamento sono di un grado più calde proprio per favorire il riscaldamento muscolare.
Larghezza corsia: una credenza comune ma errata sulle piscine da gara è che ci sia una larghezza standard della corsia. Essa varia da piscina a piscina anche negli impianti più professionali ed evoluti.
Lo standard Olimpico prevede corsie di circa 2,5 metri. Le vere piscine Olimpioniche sono lunghe 50m e larghe 25 con 10 corsie.
Questi 4 paramentri sono alcuni dei fattori che contribuiscono alla costruzione di una piscina veloce. Altre caratteristiche di cui per ora si dibatte includono: luci, diametro dei galleggianti da corsia, ventilazione interna, forma dei blocchi di partenza, gradinate degli spettatori, piano vasca, struttura del filtraggio acque e addittivi chimici utilizzati.
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