In caso non l’aveste notato, sono solito insistere molto sulla faccenda del gomito alto. C’è una ragione. Alla fine di ogni collegiale al Race Club termino con l’esame di 10 punti che migliorano la velocità e l’efficienza nello Stile Libero. Il più importante di questi è sempre relativo all’esecuzione della bracciata a gomito alto. Utilizzare il gomito basso è come partecipare ad una gara indossando un costume a sacca di quelli da nuoto frenato con la differenza che non riesci a capire cos’è che ti rallenta fino a che non è troppo tardi.
Così, quando chiedo ad atleti ed allenatori di dirmi perché pensano sia così importante il gomito alto nel nuoto mi accorgo che la maggior parte crede che sia perché una maggiore area di presa sull’acqua fornisce una maggiore velocità. Non credo che sia una motivazione plausibile.
Indossare un paio di palette (le quali, peraltro, furono reinventate dal mio allenatore Flip Darr nel 1967) fornisce potenza aggiuntiva grazie alla maggiore area di presa. Quindi utilizzando l’EVF incrementiamo allo stesso modo l’area di presa del nostro braccio?
Innanzitutto l’unica area del braccio che conta, in termini di spinta proveniente dagli arti superiori, è la parte di esso che si muove all’indietro creando una “trazione propulsiva”: la mano e l’avambraccio (fino all’ultimissima parte della fase di bracciata); quindi possiamo tranquillamente escludere la parte superiore del braccio. Ora, la domanda è, abbiamo una maggiore superficie di presa in mano e avambraccio quando utilizziamo la bracciata a gomito alto rispetto a quella in cui il gomito è basso?
Stiamo parlano dell’area proiettata su un piano perpendicolare al nostro asse, l’area cioè che dà origine alla forza propulsiva. Un nuotatore scarso nuotando con il gomito basso avrebbe un area di spinta minore.
Ma con i nuotatori più bravi non è questo che vediamo. Osservando da sopra o da dietro non si nota tanta differenza nell’area di presa di mano e avambraccio, sia esso a gomito basso o nella posizione EVF. La superficie del braccio rimane la stessa.
In uno dei DVD pubblicati dal Race Club, Life is worth swimming, si possono mettere a confronto la bracciata a gomito alto di Bobby Savulich con quella più profonda di George Bovell. Non si vede l’una produrre una maggiore superficie di presa rispetto all’altra.
Rimango quindi della mia idea (che ho descritto più dettagliatamente in Fondamentali del nuoto veloce) e cioè che la vera ragione del gomito alto sia ridurre l’attrito e che l’attrito rimanga il nemico numero uno del nuotatore.
Vostro, in vasca, Gary Hall Sr.
The Race Club
Leggi: Gary Hall Sr: demistifichiamo i falsi miti sul nuoto – parte 1
Leggi: Gary Hall Sr: demistifichiamo i falsi miti sul nuoto – parte 2
Leggi: Gary Hall Sr: demistifichiamo i falsi miti sul nuoto – parte 3
Leggi: Gary Hall Sr: demistifichiamo i falsi miti sul nuoto – parte 4
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