Nuoto: 3 cose da sapere quando cambi allenatore
Durante la tua carriera da agonista è inevitabile che prima o poi cambierai allenatore. Potrebbe essere perché hai cambiato squadra o magari perché il vecchio allenatore è andato in pensione, o per mille altri motivi. Qualunque siano, il cambio dell’allenatore può dare preoccupazioni e ansie a nuotatrici e nuotatori. Quando è capitato a me mi sentivo incerto, non sapevo quali sarebbero stati i nuovi programmi di allenamentno e le nuove routine e come questo si sarebbe ripercosso sulla mia carriera sportiva.
Quindi come possiamo fare quando ci troviamo in una situazione del genere? Ecco cosa ho imparato e quelli che secondo me sono i consigli che posso dare a chi si troverà in una situazione come questa.
1. Fidati del nuovo allenatore
Appena il nuovo allenatore arriva sul piano vasca tutti i nuotatori e le nuotatrici trattengono il fiato. Che tipo sarà? Molto esigente? Sarà uno di quelli che ti dicono cosa fare e poi sta tutto il tempo seduto sul blocco di partenza a fissare lo smartphone? Sarà uno di quelli che ti strillano sempre? È importante non dimenticare che anche nella testa del nuovo allenatore frullando tutte queste domande. Questi nuotatori saranno scrupolosi o lavativi? Mi toccherà strillare per farli allenare come si deve?
Il primo passo per instaurare una buona relazione atleta/allenatorə è la volontà di provarci e di dare all’altro una possibilità. Lasciandoti giudare dal nuovo allenatore potresti scoprire che ha nuovi modi per farti migliorare. O magari le serie di allenamento sono fantastiche e efficaci. Qualunque cosa succeda se non ti fidi del tuo allenatore non sperimenterai mai cose che possono migliorarti.
2. Apri la mente
Una delle cose migliori che possono capitare tra allenatore e atleta è un dialogo attivo. Senza dialogare, senza ascoltarsi e parlare, entrambi possono sentirsi esasperati. Questo ci allontana dai nostri obiettivi sportivi. Per un nuotatore o una nuotatrice può essere motivo d’ansia non sapere quali sono i piani che l’allenatore ha in mente per lui o per lei.
Parlarne, avere una discussione sincera e chiarificatrice ogni volta che è necessario, funziona. Che tipo di allenamento programmeremo? In palestra
cosa faremo e con che obiettivi?Come sei abituato a recuperare tra un meeting e l’altro? Quali sono gli obiettivi per il finale della stagione agonistica? Si discute di quello che entrambi avete in mente e lo si modifica a seconda dei cambiamenti che si ritengono opportuni e migliorativi. Che sia l’allenatore o il nuotatore o la nuotatrice a proporli.Potresti scoprire che bastano un paio di chiacchierate con l’allenatrice/tore per eliminare le ansie e avere un programma migliorato ed efficace. Niente ansia vuol dire allenarsi meglio e con maggiore entusiasmo. È importante ricordare che gli allenatori e le allenatrici vogliono che tu abbia successo. Aprendoti e parlando con il tuo nuovo allenatore o allenatrice, sarete entrambi in grado di stimolarvi a vicenda e lavorare meglio per gli stessi risultati.
3. Non giudicare troppo in fretta
È sempre facile giudicare velocemente una nuova persona, ma spesso è anche il miglior modo per farsi un’idea sbagliata. La nuova allenatrice è diversa dal vecchio, ha un suo modo di allenar, o magari pensi che faccia durare decisamente troppo le serie di riscaldamento… e la lista potrebbe allungarsi all’infinito. Ricorda sempre che giudicare il modo in cui un allenatore gestisce l’allenamento è più facile che dire a se stessi “ok proverò questo nuovo metodo che è nuovo e non mi è per nulla familiare”. Ma uscire dalla tua comfort zone è una cosa che ti porta migliori risultati.
Essendo stato sia un nuotatore che un allenatore, ho giudicato e sono stato giudicato. Tutto considerato, gli atteggiamenti negativi e i commenti sprezzanti fatti durante l’allenamento allontanano dal vero scopo per cui tu e l’allenatore siete in piscina: per migliorare le prestazioni e divertirvi mentre lo fate.
Doversi relazionare con una nuova allenatrice o allenatore, ma anche essere la nuova allenatrice, allenatore, può essere un supplizio. A meno che tu non sia abbastanza furbo da trarre il meglio da tutta la situazione. Cercando di essere aperto al cambiamento e disposto ad ascoltare.
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