Come sostenere un nuotatore o una nuotatrice dopo una sconfitta

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    Come sostenere un nuotatore o una nuotatrice dopo una sconfitta

    Riportiamo un articolo di Swimming World Magazine che abbiamo trovato molto interessante in cui l’autrice si chiede una cosa a mio avviso molto importante. È successo a chiunque, alla fine di una gara di nuoto andata male, di ritrovarsi scontento, arrabbiato o depresso per come è andata la competizione. A volte si arriva anche al pianto di frustrazione. E quando succede la prima persona dalla quale si cerca conforto è indubbiamente la propria allenatrice o il proprio allenatore. Abby Boone ha raccolto i sintetici consigli di 10 di loro, ecco cosa dicono agli atleti dopo una brutta prestazione:

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    Cosa dicono gli allenatori dopo una brutta sconfitta

    “Devi guardare al quadro generale, più ampio. Fa tutto parte del percorso. Un percorso che va rispettato. Lo scopo del nuoto è anche insegnare qualcosa sulla vita”. Questa la dritta di Seth Orlove della Swift Aquatics. C’è poi Ed Brennan dell’Università di Tampa in Florida che dice ai suoi nuotatori sconfitti: “Ti scontrerai con delusioni peggiori nella vita. Il nuoto è sport e la vita è uno sport molto più duro”.

    Jay Portus di Empire Swwimming dice “di solito ascolto il loro sfogo, chiedo loro come stanno e li lascio parlare. Spesso parlandone ridimensionano la cosa e riescono a trovare conforto in questo. Sopratutto sono spinti a dire con le loro parole cosa hanno sbagliato della gara e in questo modo imparano e interiorizzano molto di più rispetto a quando sono io a dir loro le cose”.

    Gentilezza e sfogo

    Mentre per Chris Coraggio del Barracuda Swim Club “dipende da cosa ha causato la sconfitta. Io di solito dico quello che hanno fatto di sbagliato e quello che hanno fatto di giusto. Chiaro che lo faccio con le dovute gentilezze, sopratutto se si tratta di nuotatori giovani. Ma se credo che questo possa insegnar loro una lezione allora gliene parlo. Non mi limito a dar loro conforto perché credo che il conforto non gli insegni nulla”.

    Secondo Mary Liston del Rockwood Swim Club: “La reazione emotiva alla sconfitta credo sia una cosa importante, per questo gli dico intanto di sf ogarsi da soli e poi tornare da me per parlare della cosa. Quella singola gara non sarà la cosa più importante della tua vita, impara dal risultato di oggi ma poi lascia andare la rabbia e la frustrazione, dai le giuste dimensioni alla cosa. Il mio amico Eric Nelson dice sempre “teoricamente ogni batteria può essere una vittoria. A volte devi anche concentrarti sui piccoli successi”.

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    Concentrarsi su cosa li ha tanto imbestialiti o delusi

    “Devi concentrarti su cosa ti ha tanto fatto imbestialire o arrabbiare. E imparare da questo. Non tutte le gare ti verranno perfette ma verrà sempre una gara successiva. La vita non finisce con quella nuotata lì e non puoi  comportarti come se fosse così”.

    Derrick O’Donnell dei McFarland Spartan Sharks dice: “Cerco di insegnargli un atteggiamento mentale positivo. Nuota, impara e vai alla prossima. Devi sempre mantenere un atteggiamento ottimista, indipendentemente da quello che ti capita o non riuscirai ad evolvere”.

    Sei qui per una ragione…

    Interessante a mio avviso l’approccio di Dave Krotiak (Fox Valley Swim Team): “Se sono nuotatori agonisti di livello gli ricordo che sono ammessi a quel meeting per una ragione.Se sono lì vuol dire che hanno talento e quindi lo sottolineo. Ma se la prestazione è stata pessima glielo dico senza riserve. Tutti apprezzano l’onestà anche se lì per lì non vorrebbero sentirsela dire.

    Olga Espinosa (Saint Croix Swim Club): “Dico sempre di concentrarsi sulle cose che possono controllare prima di iniziare a nuotare. Dopo potrai solo imparare dalla gara che hai fatto. Non tutte le gare sono buone e capita di affrontare una sconfitta con una reazione più emotiva che razionale. Ma solo quando sei in acqua puoi darti da fare per correggere quel che è andato male la volta prima”.

    Infine Hollie Bonewit-Cron della Nova Southeastern University. “Cerco di far emergere il fatto che le prestazioni sportive devono essere valutate in maniera pragmatica. Stimolo l’atleta a capire come una gara avrebbe potuto essere migliore sottolineando in quali momenti lo stesso avrebbe potuto modificare in meglio la gara. Non c’è spazio né per il biasimo né per le scuse. C’è piuttosto un approccio sistematico di scomposizione della gara che può insegnare al nuotatore ad andare oltre quella sconfitta e a performare meglio in futuro, sia che si tratti della prossima gara o del prossimo meeting.

    Mi piace dare al nuotatore un feedback costruttivo che dica in maniera trasparente cosa è stato fatto bene e cosa si deve migliorare. Il modo in cui il singolo atleta risponde a questo tipo di approccio è direttamente correlato a come vivono il nuoto quotidianamente, durante la pratica di tutti i giorni. Teniamo sempre presente che l’allenamento del nuoto è tanto fisico quanto psicologico. È la pratica quotidiana che dovrebbe darti gli strumenti per rispondere alle avversità e creare soluzioni tue quando si affrontano ostacoli da superare”.

    Fonte: https://www.swimmingworldmagazine.com/news/how-to-support-a-swimmer-after-a-poor-race-coaches-examples-included//

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