Russia e Bielorussia fuori da tutte le gare LEN (e dalle paralimpiadi invernali)
Per Russia e Bielorussia arriva l’esclusione da tutte le gare LEN (Lega Europea Nuoto) “fino a nuova comunicazione”. Lo ha annunciato il bureau della LEN proprio ieri aggiungendo che, come era ovvio, nessun evento LEN verrà organizzato al momento in quei paesi. Il motivo è l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Questo porterà ad esempio all’esclusione di due nuotatori fortissimi dagli europei di Agosto a Roma. Evgeny Rylov e Kliment Kolesnikov verranno esclusi da questa decisione LEN.
Come andrà a finire? È giusto bannare gli atleti?
L’esclusione della Russia è l’esclusione di un colosso dello sport. Agli scorsi europei di nuoto era finita seconda nel medagliere con 9 ori, 5 argenti e 8 bronzi. Ma ci sono anche gli europei di nuoto Juniores di Luglio a Bucarest dai quali potrebbero rimanere esclusi.
Il comunicato della LEN dichiara: “LEN escluderà le squadre russe e bielorusse dai propri eventi e sosterrà gli atleti ucraini. LEN condanna fermamente le azioni del governo Russo, sostenuto dalla Bielorussia, nella sua invasione dell’Ucraina. Questo atto di guerra ha sconvolto la vita dei cittadini ucraini ed è totalmente contro lo spirito dello sport. Questa decisione è in linea con le raccomandazioni del Comitato Olimpico Internazionale e mira a superare le condizioni pratiche relative alle decisioni di alcuni paesi, nonché a proteggere la salute, la sicurezza e il benessere di tutti gli atleti. LEN si impegna a continuare il suo lavoro con la FINA, l’organismo di governo acquatico mondiale, per attuare le proprie politiche e sperare in un futuro migliore”.
In più LEN dichiara di voler supportare concretamente le iniziative umanitarie. Lo farà ospitando atleti rifugiati e le loro famiglie. Grazie a un progetto (sostenuto anche da FINA) gli atleti ucraini potranno continuare ad allenarsi e a gareggiare in eventi internazionali.
Anche i parlimpici
Nel frattempo anche alle Paralimpiadi invernali ci sono state tensioni e si è deciso per l’espulsione di atleti e atlete Russe e Bielorussi. In questo caso è stato ancora più sgradevole poiché la decisione è avvenuta meno di 24 ore dopo che il Comitato Paralimpico Internazionale aveva annunciato che avrebbe consentito a russi e bielorussi di competere come atleti neutrali. Cioè con colori, bandiere e altri simboli nazionali rimossi a causa dell’invasione dell’Ucraina.
Una cosa simile, forse, a quello che era accaduto quando a causa dell’espulsione, per doping di stato, agli atleti russi era stato permesso di gareggiare come Comitato Olimpico Russo alle ultime Olimpiadi di Tokyo. Non saprei dire se fosse necessaria una sanzione del genere. Probabilmente sì, considerato che una guerra di invasione non è proprio come il doping diffuso, ma l’argomento è davvero complesso e non può esseRe liquidato qui, in due sole righe.
Il villaggio atleti è una polveriera
Il presidente dell’IPC Andrew Parsons ha affermato che il Comitato Paralimpico Internazionale ha sottovalutato la reazione negativa al lasciare competere russi e bielorussi, anche come atleti neutrali. Il villaggio degli atleti, che Parsons sperava sarebbe stato un luogo di armonia si stava trasformando in una polveriera. E infatti ha detto che nonostante non ci siano state segnalazioni di episodi di aggressione o di violenza, l’ambiente del villaggio atleti era diventato molto instabile. Con squadre che minacciavano di non partecipare a match contro la squadra russa o bielorussa. Ma anche di tornarsene a casa e basta.
Il Comitato paralimpico russo e il Comitato paralimpico bielorusso potrebbero intraprendere un’azione legale. Il loro punto di vista è che atleti russi e bielorussi non hanno fatto nulla che potesse essere interpretato come un appoggio politico alle decisioni di guerra. Saranno 71 i russi e 12 i bielorussi che dovranno tornare a casa.
La decisione del CIO
C’è da ricordare anche la posizione del Comitato Olimpico Internazionale. Il CIO ha suggerito alle organizzazioni sportive di escludere atleti russi e bielorussi dagli eventi internazionali, ma ha lasciato la decisione finale ai singoli organi di governo.
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