La Federazione Internazionale Nuoto pronta a una Rivoluzione

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    Immagine: USA Swimming / FINA

    La Federazione Internazionale Nuoto pronta a una svolta epocale

    Cosa sta succedendo? Una dichiarazione della principale federazione di nuoto statunitense ha forse rivelato una grande svolta a cui si starebbe preparando FINA. Quest’ultima, la Federazione Internazionale Nuoto, starebbe preparando, secondo le “indiscrezioni” di  USA Swimming, una nuova politica in merito alla questione degli atleti transgender. Questa verrà adottata per le gare di ogni livello. La finalità sarà di promuovere e realizzare inclusione e pari opportunità per tutti gli atleti. Di sperimentare lo sport del nuoto in un modo coerente con la loro identità ed espressione di genere, in linea con il migliore e più alto spirito sportivo. Questo garantendo sempre l’equità competitiva.

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    Come sono andate le cose?

    Diciamo una linea di condotta sull’argomento già esisteva, la problematica non salta fuori certo oggi. Quello che salta fuori è una polemica tutta interna alle varie leghe nuoto americane (NCAA, USA SWIMMING, CSCAA, ASCA) legate al caso di una nuotatrice donna transgender (Lia Thomas). Una cosa ha dato il via a tutto. Il cambio di posizione di NCAA (faremo un riassunto sull’accaduto al più presto). Quindi la NCAA annuncia che le regole relative alla partecipazione dei transgender agli sport universitari saranno determinate dagli organi di governo nazionali dei singoli sport. Quindi non da una sua regola interna come era stato finora.

    In questo contesto USA Swimming (la lega nuoto nazionale americana) ha rilasciato una dichiarazione. In Questa si annunciano i piani per le politiche future riguardanti gli atleti transgender. Prima di adesso USA Swimming si è attenuta alle linee guida generali del CIO senza mai svelare la propria politica specifica o prendere una posizione netta. E sarebbe in questa dichiarazione l’anticipazione per cui FINA starebbe per rilasciare una nuova politica sugli e sulle atlete transgender che verrà adottata, teoricamente, per tutte le gare di tutti i livelli.

    Tutto nasce dal CIO

    Qual è l’origine di questa notizia? USA Swimming avrebbe  lavorato attivamente con FINA per aiutare a sviluppare e dare forma a queste nuove politiche. Lavoro nato ancora più a monte, a causa di una direttiva del CIO

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    (Comitato Olipico Internazionale) tesa a “creare requisiti di idoneità specifici per lo sport”. Chiaro che, venendo dal CIO e passando per FINA, queste nuove politiche, una volta rilasciate ufficialmente, struttureranno il mondo del nuoto (ripercuotendosi anche sui regolamenti NCAA da cui è partito il dibattito odierno).

    Chiaro che in ogni dichiarazione si legge sempre sia la volontà di sostegno, inclusione e pari opportunità per tutti gli atleti di praticare lo sport del nuoto in un modo coerente con la loro identità ed espressione di genere sia l’attenzione tassativa verso l’equità della competizione. In definitiva è stato questo il punto più controverso della questione negli ultimi mesi, quando la nuotatrice donna transgender Lia Thomas ha gareggiato in categoria donne.

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    Le dichiarazioni di USA Swimming

    In USA Swimming credono fermamente nell’inclusività e nell’opportunità per tutti gli atleti di praticare lo sport del nuoto in modo coerente con la propria identità ed espressione di genere. Ecco alcuni momenti salienti delle loro dichiarazioni:

    “Crediamo fortemente anche nell’equità competitiva e, come molti, stiamo facendo del nostro meglio per imparare, ed educarci, all’equilibrio appropriato necessario a questa realtà contemporanea. Nel 2018 abbiamo stabilito procedure di inclusione degli atleti, che includevano sia un processo mediante il quale un atleta poteva cambiare la propria categoria di competizione coerentemente con la propria identità di genere. Questo in linea  con le precedenti linee guida del Comitato Olimpico Internazionale.

    A seguito di ampie modifiche alle politiche transgender nel novembre 2021, il CIO ora richiede alle Federazioni internazionali di creare i propri requisiti di idoneità specifici per lo sport, quindi abbiamo lavorato in modo proattivo con la FINA per diversi mesi per aiutare a plasmare e supportare i loro sforzi di sviluppo delle politiche. Riteniamo che a breve rilasceranno una nuova politica, che adotteremo per le competizioni di alto livello”.

     

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