Giorno dopo giorno cerchiamo di capire se le piscine riapriranno o no, tra ottimismo e pessimismo
Molti di voi ricorderanno la recente replica di Draghi alla Camera. Il Presidente del Consiglio disse che non aveva parlato di sport ma non perché non fosse un argomento importante. Il governo, aveva affermato, si sarebbe impegnato ad aiutare il settore sportivo, importante, almeno a parole, non solo per l’indotto economico ma sopratutto per l’altissimo valore sociale.
L’attenzione allo sport e ai suoi lavoratori
Già il 18 di questo mese tre sindacati (SLC-Cgil, Uilcom Uil e Fisascat Cisl) facevano notare come il tempo si stesse esaurendo e come ci fosse la necessità urgentissima di non lasciare scadere il decreto della legge delega che tutela i lavoratori del settore sportivo.
Un decreto importante visto che c’è una legge in scadenza che già cerca di trascinare il lavoro sportivo all’interno della normativa sul lavoro. Il tempo limite è il 28 febbraio. La lotta è quella per l’introduzione dei fondamentali diritti di base, a favore dei lavoratori dello sport, che ad oggi ne sono privi.
Anche l’Associazione Nazionale Impianti Fitness e Sport scrive una lettera di allarme
Un altro allarme accorato arriva da ANIF EuroWellness. ANIF è un’organizzazione senza fini di lucro che promuove i valori associativi tra i centri sportivi di tutta Italia. Ma sopratutto cerca di promuovere collaborazioni con le entità più importanti di questo settore allo scopo di favorire la crescita dell’intera filiera dello sport. ANIF scrive una lettera a Draghi che pubblica anche sulla sua pagina facebook.
Questa la sostanza: Riaprire presto, ricevere dei ristori necessari e sufficienti alla ripresa, portare a termine la riforma dello sport. Avere un referente per lo sport per portare avanti concretamente riaperture, ristori e riforme (delle quali parlavano anche i sindacati).
Si sottolinea con forza come i tempi per salvare il settore sportivo siano ormai agli sgoccioli (oltre la succitata data importante del 28 febbraio c’è la grande incognita delle riaperture ).
ANIF stima in 9,5 miliardi di euro i mancati introiti causati dalla chiusura per pandemia. Chiaro che con cifre del genere in ballo non stupisce la chiusura di moltissimi centri sportivi.
A fronte di tutta questa preoccupazione e sgomento quali sono le proposte del Ministero dello Sport?
Si aspetta con ansia il 6 Marzo. Ecco in breve le gà sentite regole che il Comitato Tecnico Scientifico ha già parzialmente validate. In palestra distanza minima di 2 metri e divieto di assembramenti. No all’utilizzo delle docce e ovviamente sanificazione obbligatoria per tutti gli attrezzi che si utilizzano. Utilizzo della mascherina.
E quali le regole da rispettare in piscina?
Per quel che riguarda le nostre amate piscine sarà necessario uno spoazio garantito di 10 metri quadri a nuotatore e mantenere il distanziamento in acqua. Numero massimo di utenti a seconda della grandezza della piscina. Niente docce, anche se, come molti hanno fatto notare, rimane oscuro il punto della doccia prima di entrare in vasca; essendo quest’ultimo un obbligo relativo all’igiene dell’ambiente piscina.
Come dovrebbero cambiare le regole a seconda dei colori della regione
Chiaro che qualunque sia la decisione del 6 Marzo quasi sicuramente sarà legata al colore della regione di appartenenza (non si poteva certo auspicare una riapertura generale).
- Zona rossa: running e sport individuale
- Zona arancione: riapertura per palestre, piscine. Attività sportive di contatto per gli sport di squadra, solo se svolti in forma individuale.
- Zona Gialla: permessi gli sport da contatto e di squadra, sia dilettantistico che di base.
Rimaniamo in attesa e incrociamo le dita, sia per i diritti dei lavoratori dello sport che per la riapertura. Seguiranno aggiornamenti.
Fonte notizia: Gazzetta, Eurosport, ANSA
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