La RPE o Ratings of Perceived Exertion (Classificazione dello Sforzo Percepito) può esserci utile?
1) La Classificazione dello Sforzo Percepito (RPE) è un modo economico di monitorare la risposta del nuotatore all’allenamento
2) È veloce
3) Benché metodi tecnologici siano più accurati, l’evidenza ha dimostrato che la Classificazione dello Sforzo Percepito è abbastanza affidabile per stimare lo sforzo in allenamento
I sistemi di monitoraggio degli atleti
I sistemi di monitoraggio degli atleti sono un tema popolare negli sport contemporanei e il nuoto non fa eccezione. Spesso ho trattato questo argomento negli anni (Reliability of Ratings of Perceived Exertion, Part I and Part II; 3 Things You Didn’t Know About Ultra Endurance Swimming); mano a mano che monitorare il nuotatore diventa sempre più dispendioso e complesso c’è la tendenza a gettare nel dimenticatoio i metodi “vecchio stile” come la Classificazione dello Sforzo Percepito. In questo post vorrei sottolineare qualche beneficio che questo sistema può ancora portare ai nuotatori.
Prima di discuterne i benefici vediamo cosa si intende per RPE. L’RPE è misurato sulla scala Borg con un ventaglio di 6-20, benché altri sistemi numerici siano in uso (scala da 1 a 10 ad esempio). Comunque la RPE non deve essere per forza numerica, anche un semplice “come ti senti oggi?” può raccogliere informazioni importanti. Gli allenatori sono liberi di utilizzare queste informazioni per calibrare l’allenamento del giorno o aspettare di avre un “andamento” RPE prima di organizzare il programma per l’atleta.
Economico
Al contrario dei costosi software e meccanismi di misurazione l’RPE è completamente GRATUITO! C’è un costo “temporale” quantificabile nel tempo necessario a raccogliere le informazioni e a interpretarle, ma nulla di significante se paragonato alla gestione di una squadra.
Veloce
Quanto ci vuole per chiedere a un nuotatore come si sente oggi? Magari un paio di secondi? Benché alcune misurazioni quantitative forniscano velocemente dei dati, c’è da considerare che farle per un’intera squadra può portare via tempo. Un allenatore può raccogliere dati durante la sessione di allenamento in palestra o pre/post allenamento.
Affidabile
Nella letteratura sull’argomento (Wallace 2009, Psycharakis 2011, Ueda 1995) non si trovano controindicazioni. Si potrebbe obiettare sulla soggettività e sul fatto che il nuotatore potrebbe essere tentato di “truccare la partita”. Questa è un’obiezione legittima ma può essere contestata in due modi. Primo, raccogliere dati su un periodo di tempo consistente porterà alla luce delle “tendenze”. Per lo stesso motivo il nuotatore che vuole evitare la fatica a breve termine sarà sbugiardato sulla lunga distanza.
In più gli imbrogli possono essere fiutati da un allenatore che conosca il suo atleta. Alcuni cercheranno di imbrogliare ingigantendo la fatica che provano e altri sminuendola. Ancora una volta: nessuno dice che la RPE vada applicata alla cieca, è semplicemente un’unità di misura per valutare l’efficacia dell’allenamento e per essere veloci ad adattarsi a qualsiasi atteggiamento il tuo atleta abbia portato con sé in piscina il giorno stesso.
Conclusioni
Per gli allenatori esperti l’idea di misurare la RPE non è nulla di più che “comunicare con il proprio atleta”. All’atto pratico molti allenatori possono stimare la RPE di un atleta dal linguaggio del corpo. Benché imperfetto, come molte strategie di valutazione, è importante ricordare che uno dei metodi più affidabili di misurare lo sforzo è facile e veloce.
Sì, sistemi di misurazione avanzati possono avere benefici che vanno oltre la semplice RPE ma molti allenatori purtroppo hanno un atteggiamento “o tutto o niente” (“Perché preoccuparmene visto che ho a disposizione tutta la tecnologia più figa?”). Sappi che hai l’opzione di migliorare la tua capacità di monitorare i tuoi atleti con una semplice scala numerica e un investimento di tempo minimo per raccogliere informazioni chiave!
Bibliografia:
1) Wallace LK, Slattery KM, Coutts AJ. The ecological validity and application of the session-RPE method for quantifying training loads in swimming. J Strength Cond Res. 2009 Jan;23(1):33-8.2) Psycharakis SG. A longitudinal analysis on the validity and reliability of ratings of perceived exertion for elite swimmers. J Strength Cond Res. 2011 Feb;25(2):420-6.
3) Ueda T, Kurokawa T. Relationships between perceived exertion and physiological variables during swimming. Int J Sports Med. 1995 Aug;16(6):385-9.
di Allan Phillips
specialista in preparazione atletica e allenatore ASCA (American Swimming Coaches Association) di secondo livello nonché assistente del Swimming Science Research Review.
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