Demistifichiamo i falsi miti sul nuoto – parte 2, ridurre l’attrito frontale
Eccoci al secondo mito da sfatare, puro debunking sul nuoto, pronti?
Falso mito #2 – L’unico momento in cui devi preoccuparti di ridurre l’attrito frontale è alle partenze e alle virate
Avere un’efficace, affusolata ed esile streamline (posizione di scivolamento) è estremamente importante per il tuffo di partenza e per le virate. La velocità del tuo corpo in acqua è circa di 24 km all’ora quando ti tuffi e passa a circa 12 km all’ora quando le dita dei tuoi piedi lasciano il muro dopo ogni virata. A quelle velocità hai bisogno di un’ottima posizione di scivolamento e di mantenerla fino al momento della rottura dell’acqua.
Però, partenza e virate non sono gli unici momenti nei quali dobbiamo preoccuparci dell’attrito anteriore. In definitiva l’unico momento in cui potrai smettere di preoccuparti dell’attrito sarà dopo aver toccato il muro alla fine della gara.
A parte depilare il corpo, indossare occhialini e una cuffia da gara, nonché infilarsi a forza in un costumone super stretto, ci sono un altro paio di modi che ti aiuteranno a ridurre l’attrito ad ogni bracciata. Ecco qualche suggerimento per diminuire l’attrito mentre nuoti con relativo consiglio pratico:
Tieni giù la testa.
Alzare la testa per guardare avanti è un errore comune di molti nuotatori e causa due problemi.
Primo, fa affondare i fianchi in acqua “disallineando” il corpo. Più il corpo è orizzontale e minore è il coefficiente di attrito.
Secondo, si crea una piccola, ma significativa, onda ad arco quando l’acqua colpisce la fronte del nuotatore che avanza in acqua. Che ci crediate o no questa onda ad arco (o “onda di superficie”) è la principale responsabile dell’attrito frontale (vedi immagine sotto).
- Soluzione: Allenati a tenere la testa ben giù utilizzando uno snorkel frontale. Prova ad eseguire la battuta di gambe associando il tubo respiratore frontale a una tavoletta triangolare da allineamento. La combinazione di questi attrezzi ti abituerà e tenere più efficacemente la testa verso il basso e migliorerà la tua streamline.
Spingiti in acqua con il “gomito alto“.
Come posizioni il braccio durante la trazione fa una grande differenza sull’attrito che subisci durante l’esecuzione della bracciata. È il braccio, dal gomito alla spalla, che causa molto dell’attrito durante la parte subacquea della bracciata.
Utilizzando la posizione a gomito alto la velocità del corpo rallenterà solo di circa il 25 – 30 % dal momento in cui la mano entra in acqua (il punto più veloce del ciclo di bracciata) fino a che non è a circa 30 cm davanti alla spalla (punto più lento). Questo succede in qualche decina di secondo. Se decidi di spingere posizionando la mano più a fondo in acqua e abbassando di più il braccio, la velocità del corpo rallenterà del 40-50% nello stesso lasso di tempo.
- Soluzione: Pratica serie di tecnica che ti aiutino a interiorizzare questo tipo di schema motorio di esecuzione della bracciata (chiedi al tuo coach!). Utilizzare il supporto per la bracciata in alcune serie può aiutarti a velocizzare l’apprendimento. Puoi anche usare delle mezze palette che ti aiuteranno a sensibilizzare il braccio nella percezione della corretta posizione.
Mantieni una battuta di gambe breve e veloce.
Piegare troppo le ginocchia per cercare di aumentare la potenza del colpo di gambe causerà un enorme aumento del tuo coefficiente di attrito. Il gioco non vale la candela, come si suol dire.
Battendo le gambe con una minore ampiezza ma con maggiore frequenza e in entrambe le direzioni riuscirai a mantenere la tua velocità.
- Soluzione: Battere le gambe con snorkel frontale e tavoletta da allineamento ti aiuta ad abituarti alla posizione corretta da tenere. E’ bene usare, anche occasionalmente, pinne corte, per capire/sensibilizzare il colpo di gambe ad una battuta di gambe “bidirezionale” che mantenga sempre la presa sull’acqua.
- Dovresti allenare la battuta di gambe più del normale perché quando nuoti le tue gambe lavorano più velocemente e più duramente delle braccia. Ma al contrario di queste ultime esse non hanno un recupero fino a che la gara non sia terminata.
Fonte: Gary Hall Sr. – The Race Club
Leggi: Gary Hall Sr: demistifichiamo i falsi miti sul nuoto – parte 1
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